I ricercatori del Tufts Medical Center di Boston, estrapolando i dati ottenuti da una metanalisi agli oltre 370 milioni di adulti nel mondo con prediabete, hanno calcolato che un’integrazione di vitamina D potrebbe ritardare lo sviluppo della malattia. Il prediabete è un’iperglicemia, cioè una condizione in cui il glucosio nel sangue è più alto del normale. Cosa non da poco quindi!
Vi sono alimenti che contengono Vitamina D come funghi, salmone, pesce azzurro e uova ma é la nostra pelle a produrla maggiormente, tramite l’esposizione ai raggi solari.
É importantissimo dire, però, che si assiste ad un’ipovitaminosi D notevole anche esponendosi regolarmente al sole, per cui é necessario controllarne i livelli ematici ed integrare ogni volta risulti necessario (spessissimo) e comunque seguiti da uno specialista.
Biblio: www.acpjournals.org/doi/epdf/10.7326/M22-3018